Tiriamo qualche somma?

Qualche somma è ora di tirarla. I nostri sommi reggitori sono gente di parola: hanno promesso il “reddito di cittadinanza”, l’abolizione della Fornero, più qualche altra quisquilia, e, puntuali come cronometri svizzeri, sono pronti a mantenere. Costi quel che costi.

E siccome i costi ci sono, pesanti ed evidenti, hanno bell’e pronta la loro strategia.

Costi: eh beh, prima dell’arrivo di Matteo&Giggino, l’infausto Padoan e il mellifluo Gentiloni pagavano interessi sul nostro elefantiaco debito inferiori al 2%. Lunedì saranno probabilmente vicini al 4%. Nei prossimi giorni la UE farà sempre più la faccia feroce e il 31 Dicembre la BCE smetterà di acquistare BTP. Si accettano scommesse su quale sarà il tasso delle emissioni di BTP in gennaio. Nel frattempo, chi di noi ha dei BTP (e magari li ha pagati più della pari) li vedrà scendere a 90-80.

La strategia governativa prevede una duplice offensiva: da un lato tutto questo accade perché c’è un complotto (di Merkel e Macron, di Junker, Dombrovsky e Moscovici, delle agenzie di rating, della speculazione internazionale, di Soros e forse anche di Nosferatu), dall’altro tutti questi cattivoni hanno i giorni contati perché in primavera, alle elezioni europee, saranno spazzati via dal trionfo populista-sovranista.

Personalmente non sono sicuro che il suddetto trionfo sarà così totale da permettere al nuovo parlamento di sfiduciare la Commissione e nominarne una di suo gradimento. Se non sbaglio, la Commissione è nominata dai governi dei singoli stati; quindi, per nominarne una che piaccia a Salvini, Le Pen, Orban e compagnia, bisogna prima cambiare i governi di Germania, Francia, Benelux, ecc. ecc. Ma supponiamo che le elezioni diano ai cosiddetti sovranisti la maggioranza assoluta nel parlamento di Strasburgo e che questo significhi mettere nelle loro mani la gestione della UE. Che succede?

Tutti gli stati confinanti con la Russia continueranno a pretendere che la UE esista, che in qualche modo li difenda, che continui a sovvenzionarli (quasi tutti ricevono dall’Europa più di quanto pagano), ma che non metta il naso nella loro scarsa democrazia, nella loro insofferenza per i migranti, nella loro assoluta mancanza di solidarietà verso gli altri stati dell’Unione. Ben pochi (forse soltanto l’Italia) pretenderanno di mandare in soffitta gli accordi di Maastricht, e gli altri non ci ascolteranno nemmeno.

A questo punto, se i sondaggi non saranno proprio disastrosi, i nostri reggitori sfodereranno l’arma segreta (mica tanto): basta con l’euro! E magari basta anche con l’Europa!

Nel frattempo (ormai saremo arrivati all’autunno del 2019) i vari Moody’s, Standard&Poor, Fitch e compagnia bella avranno fatto il downgrade definitivo: i BTP saranno ufficialmente ritenuti spazzatura, la BCE non potrà più detenerli e li riverserà sul mercato. Chi li avrà ancora in portafoglio potrà pensare a loro con la stessa nostalgia con cui tutti quanti ricordiamo il primo amore. Chi penserà a un mutuo per comprare un appartamento invece di andare in banca dovrà rivolgersi a Shylock (con le conseguenze del caso). Le aziende (quelle che potranno) faranno armi e bagagli e chi s’è visto s’è visto.

Il passo successivo si chiama default. Chiedete a Giggino; scommetto che risponderà: “E chi se ne frega? Anche dopo il default qualcuno che ci presta i soldi lo troviamo sempre. Guardate l’Argentina!”

Ecco, appunto. Guardiamo l’Argentina.

Informazioni su riccardo ferrazzi

Tutto quel che c'è da sapere sul mio conto è che ho scritto un paio di romanzi e qualche racconto. Comunque, per non sembrare scontroso, vi dirò che sono nato nella prima metà del secolo scorso (quindi, anche se mi piacciono le donne, sono ormai inoffensivo), che ho lavorato finché non mi è caduta addosso la depressione, e che adesso passo il tempo a leggere e scrivere (perché non ho niente di meglio da fare).
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